Nel corso del 1800 alcuni americani, stanziati nell'est del continente, cominciarono ad espandersi a ovest,
conquistando nuove terre dagli indiani e insediandosi nelle campagne e praterie
vergini e incolte. Questa conquista non avvenne principalmente con fucili e
pistole (a parte naturalmente alcune battaglie contro gli indiani), ma con la
vanga e l’aratro. I pionieri partivano
con il famoso carro coperto portandosi dietro moglie, figli e vettovaglie,
percorrevano centinaia di chilometri, si insediavano in un pezzo di terra
vicino ad un fiume e costruivano con le loro mani la loro casa, con il legno
degli alberi vicini, arando e coltivando poi il terreno per il cibo. Mi piace
leggere storie dei pionieri per la loro totale indipendenza e ingegno, così
pieni di risorse in un ambiente a loro, spesso e volentieri, ostile. E che
cos'è questa indipendenza se non la base di una radicata frugalità?

Erano tempi di duro lavoro ma
carichi di forza di volontà e di risorse. E questo è il fondamento della vera
frugalità. Lavorare sodo sì, ma vivere una vita vera, con rapporti famigliari
veri non conditi con il rumore della televisione a tutto spiano, impenetrati
dal consumismo, interferiti da tecnologie moderne di telefonini e video games,
e travagliati da profondi debiti che non
fanno altro che rafforzare di più il bisogno di nuovo consumismo. Era una vita
intensa ma invasa da principi che nobilitavano l’uomo e il suo lavoro, dove
ognuno provvedeva all'altro e i legami, famigliari e non, erano più forti che
mai. Abbiamo molto da imparare dai pionieri…
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