Nel corso del 1800 alcuni americani, stanziati nell'est del continente, cominciarono ad espandersi a ovest,
conquistando nuove terre dagli indiani e insediandosi nelle campagne e praterie
vergini e incolte. Questa conquista non avvenne principalmente con fucili e
pistole (a parte naturalmente alcune battaglie contro gli indiani), ma con la
vanga e l’aratro. I pionieri partivano
con il famoso carro coperto portandosi dietro moglie, figli e vettovaglie,
percorrevano centinaia di chilometri, si insediavano in un pezzo di terra
vicino ad un fiume e costruivano con le loro mani la loro casa, con il legno
degli alberi vicini, arando e coltivando poi il terreno per il cibo. Mi piace
leggere storie dei pionieri per la loro totale indipendenza e ingegno, così
pieni di risorse in un ambiente a loro, spesso e volentieri, ostile. E che
cos'è questa indipendenza se non la base di una radicata frugalità?
Cominciavano il viaggio generalmente
verso la fine dell’inverno e non si fermavano che a primavera inoltrata, in
estate o all'inizio dell’autunno, quando dovevano aver trovato dove vivere ed
aver costruito la loro casetta di legno di tronchi prima che cadesse la prima
neve. Fino alla primavera seguente si cibavano di selvaggina e di farina
comprata da dove erano partiti e in primavera cominciavano ad arare il terreno
e a piantare i semi, portati dall'est, di granoturco, avena, grano e vegetali.
Si cibavano anche di frutta selvatica che raccoglievano nei dintorni e, se se
li erano portati da casa, avevano anche una mucca per il latte e qualche gallina
per le uova, e se no li compravano vendendo i cavalli che li avevano portati fin
lì nell'ultima città che avevano attraversato nel loro percorso. Conservavano
tutto e non buttavano niente, vivevano di quello che producevano, loro e i loro
animali, si macinavano la farina e facevano il pane, dal latte facevano
il burro e il formaggio e in autunno preservavano il raccolto di verdure
e frutta in barattoli per l’inverno. E in inverno le donne avevano tempo per
lavorare a maglia e all'uncinetto e cucire tutto ciò che era necessario per il
vestiario, creando, con gli scarti dei vestiti, dei bellissimi quilt.
Erano tempi di duro lavoro ma
carichi di forza di volontà e di risorse. E questo è il fondamento della vera
frugalità. Lavorare sodo sì, ma vivere una vita vera, con rapporti famigliari
veri non conditi con il rumore della televisione a tutto spiano, impenetrati
dal consumismo, interferiti da tecnologie moderne di telefonini e video games,
e travagliati da profondi debiti che non
fanno altro che rafforzare di più il bisogno di nuovo consumismo. Era una vita
intensa ma invasa da principi che nobilitavano l’uomo e il suo lavoro, dove
ognuno provvedeva all'altro e i legami, famigliari e non, erano più forti che
mai. Abbiamo molto da imparare dai pionieri…
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